lunedì 13 aprile 2009


Pubblichiamo oggi la drammatica testimonianza di Dino Castellani, aquilano, sessantanovenne, residente a Roio Piano e miracolosamente scampato alla terribile scossa delle 3:32 di lunedì 6 aprile. “Mia moglie ed io eravamo arrivati a Roio sabato mattina ed appena giunti in paese abbiamo percepito un’aria di nervosismo e di esasperazione tra i nostri amici e vicini di casa per il continuo sciame di scosse che durava ormai da troppo tempo e che poneva tutti in uno stato di agitazione e di continuo allarme. Ad intervalli quasi regolari una scossa più forte intervallava lo sciame sismico e sistematicamente, dopo la serie di scossette, la successiva era più forte della precedente. Mia moglie voleva andare via, voleva venire a Roma, ma ho cercato di rassicurarla facendole notare che la villetta dove abitiamo, dove abitavamo, essendo stata costruita con criteri antisismici, non aveva nessun danno e che sarebbe resistita comunque a qualsiasi scossa. Arriviamo alla domenica, sin dalla mattina le scosse si sono susseguite di intensità sempre maggiore, scosse sempre più forti in uno sciame che non ha conosciuto sosta fino a mezzanotte. Mia moglie non si era nemmeno messa in pigiama, era rimasta vestita per potersi eventualmente muovere con maggior comodità e velocità e proprio all’una e trenta una scossa notevolmente più forte delle altre ha sgrullato tutta la zona con un’intensità ed una violenza inusuale fino a quel momento. Ma poi è tornata la calma, una calma apparente, disturbata solo da qualche lieve fenomeno che, confrontato con quello precedente, ci lasciava pressoché indifferenti, ormai ci eravamo abituati. Mi sono rimesso sul letto ed ho provato a riposare un po’, tra le continue lamentele di mia moglie che insisteva di volersene andare……. Siamo arrivati quindi alle tre e trenta al momento che nessuno si attendeva arrivasse per le mille rassicurazioni avute…..la terra ha cominciato a tremare come non mai, sono iniziati a cadere piatti porcellane quadri si sono aperti gli armadi e cosa peggiore sono iniziati a cadere i tramezzi all’interno della nostra casa, ho abbracciato mia moglie credendo di essere giunti all’epilogo della nostra felice esistenza e, pensando che se proprio dovevo morire avrei voluto che accadesse abbracciato alla donna della mia vita, poi mi sono fatto forza ho preso al volo un accappatoio ed evitando oggetti che cadevano ovunque siamo usciti fuori di casa. La corrente elettrica era mancata immediatamente dopo la scossa e nel buio più totale sentivamo le grida dei bambini che, disperati, cercavano le proprie mamme e le urla dei genitori alla ricerca dei propri figli, ma il peggio era ormai passato. Le famiglie, riunitesi a fatica, lentamente si rendevano conto della gravità dell’accaduto, della tragedia avvenuta e le prime frammentarie notizie riportavano che il centro storico di Roio era completamente raso al suolo, mentre le prime macchine, iniziate a transitare dopo più di mezz’ora, portavano notizie altrettanto drammatiche dai vari centri vicini, come L’Aquila, Onna e Paganica. Un bollettino di guerra. Alla cinque è tornata la corrente elettrica e con i primi bagliori del giorno ognuno ha iniziato a constatare i danni sulla propria abitazione.”
Chi aveva la casa costruita correttamente con i criteri antisismici si è salvato, come Dino Castellani, che ha avuto solo gravi danni interni grazie al cemento armato che sostanzialmente ha retto l’impatto del sisma. Dino ora porta con se un enorme spavento e il bruttissimo ricordo delle grida dei bambini persi nel buio della notte, con la terra che ancora tremava sotto i piedi. Un senso di perdita e di impotenza difficile da dimenticare per il fiero e tenace popolo abruzzese.

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